Partito comunista

In Venezia Giulia il fascismo incontrò massicce opposizioni, che muovevano soprattutto da spinte di carattere nazionale. Le resistenze nascevano sia su base spontanea che organizzata, talvolta addirittura armata, un caso unico nell’Europa di quegli anni. Nel gennaio del 1921 venne costituito il Partito Comunista d’Italia (PCd’I), del quale entrarono a far parte anche i comunisti sloveni della Venezia Giulia. Sue parole d’ordine erano rivoluzione ed emancipazione sociale. Nel 1926 venne tuttavia messo al bando e da allora iniziò a operare in clandestinità. Riparata a Parigi la dirigenza, spettò a quel punto agli emissari mantenere i contatti sul territorio. La politica del PCd’I subì dei cambiamenti in rapporto a due aspetti, ovvero la questione nazionale e la collaborazione con gli esponenti dell’organizzazione TIGR. Se in un primo momento l’esistenza stessa della questione nazionale era stata negata, nell’aprile del 1934, con la firma della dichiarazione tra i partiti comunisti d’Italia, Austria e Jugoslavia si riconobbe il diritto all’autodeterminazione e alla separazione della minoranza. Anche la collaborazione con gli esponenti del TIGR venne respinta, a causa dei loro metodi terroristici e dei legami intrattenuti con il Regno di Jugoslavia. Nel dicembre del 1935 il PCd’I sottoscrisse di propria iniziativa un accordo con il movimento rivoluzionario nazionale degli sloveni della Venezia Giulia, dando così vita a un ampio fronte popolare il cui compito principale consisteva nella lotta al fascismo. Una nuova fase per il movimento comunista ebbe inizio nel 1937 con il rientro di Pinko Tomažič dall’emigrazione, che insieme ad Alojz Budin diede vita a una dirigenza provinciale ed estese la rete organizzativa sino a Tolmin e Postumia, anche in collegamento con il partito comunista sloveno. Ci si preparava così all’insurrezione armata che avrebbe avuto luogo in caso di conflitto tra Italia e Jugoslavia, unica strada per riunire tutti gli sloveni.

Tessera di riconoscimento.
Tessera personale della sezione italiana del Soccorso rosso internazionale che aiutava le famiglie dei perseguitati.
Delo – l’organo sloveno del PC della Venezia Giulia. Uscì dal 1921 al 1926, anno in cui venne soppresso dal regime. Dopo il 1926 il Delo veniva pubblicato nell'illegalità, dapprima nel Goriziano, poi all’estero come organo unico del PCI e del PCJ. Si stampava anche un Delo locale.
Natale Kolarich, emissario del Comitato centrale del PCI. Era nato nel 1908 a Santa Barbara All’inizio degl’anni Trenta organizzò la rete di partito nell'Istria slovena, ampliandola poi sino a Ilirska Bistrica e al Goriziano. Nel 1933 fu condannato a 12 anni di carcere. Nel settembre del 1944 venne fucilato come ostaggio dai Tedeschi.
Villaggio Gabrovica prima della Grande guerra. Tra le due guerre era il centro del movimento antifascista. Durante il secondo conflitto mondiale fu la vera capitale partigiana sino a quando non venne incendiata nel maggio del 1944. Qui, nel 1932, sotto la guida di Kolarič i comunisti impiantarono una tipografia a ciclostile, denominata Žena (Donna), che stampò un numero del Kmetski glas.
Il Kmetski glas, foglio della Difesa contadina riunita. È un interesante esempio di pubblicazione comunista in lingua slovena del periodo, che da un'ottica classista trattava i problemi dell'organizzazione delle masse rurali in collegamento con il proletariato e della lotta per i diritti sociali e nazionali.
Volantino del Soccorso rosso internazionale – Sezione italiana.
Pinko Tomažič, organizzatore e leader del movimento comunista nel periodo 1937–1940.
Incontro di giovani a Trstelj nel 1937. Presente anche Tomažič.
I giovani di Trieste, coristi della Società San Giacomo, in gita sull’Isonzo nel 1938.
I giovani di Trieste, coristi della Società San Giacomo, in gita sull’Isonzo nel 1938.
Plamen – l'organo dei giovani triestini sloveni.

Organizzazioni Borba in/e TIGR /Trst–Gorica–Istra–Reka/

TIGR

TIGR (abbreviazione di Tieste-Gorizia-Istria-Rijeka) era un’organizzazione nazional-rivoluzionaria irredentista di indirizzo liberale e cattolico. Dopo la soppressione delle società giovanili a Trieste e Gorizia, nel settembre del 1927 i loro capi fondarono sul Nanos l’organizzazione illegale tigr.
Contemporaneamente i giovani più radicali costituivano a trieste un’organizzazione segreta denominata BORBA (la lotta), che aveva come scopo la lotta senza quartiere al fascismo e alle sue istituzioni snazionalizzatrici. Imitando i metodi delle squadre fasciste, negli anni venti portarono a termine 99 azioni terroristiche. Il periodo triestino di attività della tigr ebbe termine con gli arresti compiuti nel 1930 e con il primo processo di trieste. Dopo il 1932 l’attività si trasferì nella zona di Ilirska Bistrica e Postojna: anche i metodi ed i contenuti della lotta subirono in parte delle modifiche. La tigr prese contatto con i comunisti insieme ai quali operò nell’ambito del fronte popolare, seguendo le direttive della dirigenza che si era trasferita in Slovenia per sfuggire alle persecuzioni.

Albert Rejec, capo politico della TIGR.
Danilo Zelen, capo militare della TIGR, morì in uno scontro con una pattuglia italiana sulla Mala gora il 13 maggio 1941.
Il primo numero del bollettino dell'organizzazione. Aveva una frequenza mensile e uscì con questo nome per circa un anno.
A partire dal 1929 il giornale cambiò il nome in Svoboda (Libertà), dopo il 1935 divenne Ljudska fronta (Fronte popolare). Albert Rejec ne fu il redattore, dapprima nel Goriziano e poi a Lubiana, dove il foglio veniva anche stampato.
Viktor Bobek e Marija Urbančič, membri della TIGR di Ilirska Bistrica. Fino al 1932 Bobek fu uno dei capi comunisti della zona. Dopo si unì alla TIGR, divenendone capo per il territorio di Ilirska Bistrica. Al secondo processo di Trieste venne condannato a morte e quindi fucilato.
Ratečevo Brdo, 1937 – riunione degli appartenenti alla TIGR.
Volantino dell'organizzazione Borba del 1929.
I capi dell'organizzazione segreta Borba, condannati a morte e fucilati il 6 settembre 1930: Ferdo Bidovec, Franjo Marušič, Alojz Vadnjal e Zvonimir Miloš.
Giovani triestini in gita a Povir nel 1928. Tra essi Marušič, Bidovec e Miloš.
Giovani triestini in gita a Tomaj nel 1929. Questa era l'unica forma di associazione consentita ed acquisì connotati politici.