Nel periodo prefascista i partiti politici italiani avevano assicurato, mediante una risoluzione approvata in Parlamento, il diritto delle varie minoranze nazionali alla propria lingua, cultura e religione. Con l’avvento del fascismo al potere vi fu tuttavia un radicale cambiamento, in quanto l’esistenza stessa di minoranze si poneva in antitesi con la dottrina fascista. La sua politica snazionalizzatrice si fondava infatti sulla negazione di altre nazionalità entro i confini dell’Italia, oltretutto creati artificialmente con il concorso dei precedenti governi stranieri, per cui con mezzi legali cancellò ogni traccia esteriore dell’esistenza di altri gruppi nazionali. La classe dirigente della minoranza, cioè il ceto medio e gli intellettuali, venne dispersa. Faceva eccezione il clero, che da allora sembrò rappresentare l’unico vero ostacolo all’assimilazione. Nel 1931 si diede inizio a una politica di colonizzazione che aveva lo scopo di portare a termine il processo di italianizzazione. I contadini slavi furono ridotti sul lastrico, anche facendo leva sulla loro povertà. Una simile politica di snazionalizzazione venne portata avanti dall’Italia tramite gli organi di stampa, gli istituti scolastici, gli enti sociali, i sindacati e le organizzazioni politiche.
L’italianizzazione
Già nel novembre del 1918 fu promulgato un decreto »sulle persone sospette e pericolose«. Ancora durante l'amministrazione militare venne internato in Sardegna e altrove circa un migliaio di persone della Venezia Giulia, tra queste i capi dei partiti politici, i maestri, gli avvocati ed i sacerdoti.
La copertina di un libro di Francesco Babuder.
Fascist poster prohibiting the use of lingua slava (Slavic language) in public.
Disciolta nell'11 settembre del 1927.
Disciolta il 30 settembre del 1927.
Nell'ottobre del 1923 il prefetto di Trieste decretò che i giornali dovevano uscire anche in traduzione italiana.
Ilirska Bistrica – stazione ferroviaria. Dopo l’unione dei comuni di Trnovo e Bistrica nel 1927 la città riceve il nome Villa del Nevoso.
Disciolta nel settembre del 1928.
Nel gennaio del 1926 venne promulgata la legge sull'italianizzazione dei cognomi, ovvero, come recita la norma, sul ripristino delle forme originarie. Nel marzo del 1929 venne approvata anche la legge sul cambiamento dei nomi; dal luglio di quell'anno fu proibito dare ai bambini nomi stranieri.
La prima pagina dell'elenco dei cognomi che andavano italianizzati. Nell'ultima rubrica è indicato quando il cognome aveva perduto la forma italiana.
Casa della Madre e del Bambino a Ilirska Bistrica. Un importante ruolo nel processo di assimilazione venne svolto dall'Opera Nazionale Maternità ed Infanzia, dalla Lega Nazionale (e dall'ONAIR che le succedette) e dall'Ente Opere Assistenziali.
Soltanto i giornali dell'emigrazione riportavano duri articoli di critica alla politica snazionalizzatrice del fascismo.
Per la realizzazione del programma di colonizzazione nel 1931 venne creato l'Ente per la rinascita agraria delle Tre Venezie. Tra il 1929 e il 1934 la grave crisi economica ridusse in miseria la popolazione rurale, andarono progressivamente in liquidazione anche singole cooperative e casse di risparmio e prestito che prima avevano aiutato le masse rurali a superare le difficoltà. I contadini ridotti alla fame furono costretti ad emigrare in cerca di guadagno, mentre i loro poderi venivano acquistati dagli Italiani che venivano mandati a colonizzare queste terre.
Per la realizzazione del programma di colonizzazione nel 1931 venne creato l'Ente per la rinascita agraria delle Tre Venezie. Tra il 1929 e il 1934 la grave crisi economica ridusse in miseria la popolazione rurale, andarono progressivamente in liquidazione anche singole cooperative e casse di risparmio e prestito che prima avevano aiutato le masse rurali a superare le difficoltà. I contadini ridotti alla fame furono costretti ad emigrare in cerca di guadagno, mentre i loro poderi venivano acquistati dagli Italiani che venivano mandati a colonizzare queste terre.
Gli emigranti attendono a Trieste la nave che li porterà a New York. La foto risale al periodo austro-ungarico.