Nel 1867 l’Austria si dotò di una nuova costituzione contenente una serie di leggi liberali. Per gli sloveni le più importanti furono quelle in materia di diritto di riunione e associazione. Nacque così l'idea di organizzare dei raduni, chiamati tabor sulla falsariga del modello ceco e volti ad esporre le varie istanze politiche, sociali e nazionali. In Slovenia il primo raduno ebbe luogo nel 1868. Per quel che riguarda il Litorale meridionale, se ne susseguirono altri al castello Kalec, presso Knežak, nel 1869, a Kubed nel 1870, a San Dorligo della Valle nel 1878 e a Brezovica presso Materija nel 1883, tutti pervasi del programma nazionale formulato nel 1848. In quel periodo l'idea della Slovenia unita e dell'uguaglianza tra i popoli raggiunse l'apice, riducendo le distanze tra gli esponenti dei vari ceti sociali.
Un'importante missione in tema di risveglio nazionale venne svolta dalle società politiche, che a gran voce si adoperavano per i diritti nazionali, l’istituzione di scuole slovene, l'autonomia economica e la parità linguistica. Gli inizi di un simile impegno risalgono al 1848, quando per la prima volta fu garantita la libertà di riunione e associazione. Dopo il 1870 nacquero nuove società nazionali ovvero politiche, di cui furono precorritrici le sale di lettura, in apparenza circoli culturali che però in un primo momento svolsero un'attività prettamente politica.