Fino a 1947
Nei primi dieci anni del secondo dopoguerra aziende e fabbriche furono oggetto di grandi cambiamenti e la maggior parte continuò a lavorare pur cambiando nome, proprietario e anche attività; in altri casi, invece, andarono incontro alla chiusura o all’accorpamento a realtà neocostituite che si occupavano di nuove attività. Le industrie più progredite erano quella alimentare (Isola, Capodistria), navalmeccanica (Pirano, Capodistria) ed estrattiva del sale (Sicciole e Strugnano), seguite dagli spazzolifici (Capodistria).
Dopo la Seconda guerra mondiale la maggior parte delle industrie riprese le proprie attività. Le condizioni di lavoro erano difficili, per cui i livelli produttivi si mantennero bassi e la crescita stentò a decollare. I proprietari degli stabilimenti risiedevano nella zona A oppure in Italia ed erano pronti a onorare gli impegni verso le proprie aziende alla condizione di poterne smerciare i prodotti nella zona A, cosa che l’Amministrazione militare dell’armata jugoslava (VUJA) non permise. I decreti varati dalle nuove autorità al potere trasferirono tutte queste aziende alla Commissione per l’amministrazione del patrimonio nazionale (KUNI). In seguito, nel 1947, gli impianti industriali subirono un duro colpo durante i preparativi in vista dell’istituzione del Territorio libero di Trieste: i macchinari furono in gran parte smontati e portati in Jugoslavia e la stessa sorte toccò alle attrezzature della miniera locale e al grosso della flotta di pescherecci, con conseguente ulteriore aumento dei livelli di disoccupazione e ulteriore calo della produzione. L’altro grande cambiamento arrivò nel 1951 con la nazionalizzazione delle realtà economiche e l’introduzione dell’autogestione dei lavoratori.
Dopo il 1947
Nel 1947 cominciarono a sorgere nuove imprese dedite ad altrettanto nuove attività: a Capodistria nacquero la società di trasporti Adrija (trasporto passeggeri), l’Intereuropa (trasporto merci) e la Stil (mobili), a Pirano invece l’Agmarit (trasporto marittimo), a Portorose la Začimba, a Isola la Mehanotehnika (giocattoli) e a Decani (Dekani) la Lama (serrature e ferramenta).
Nel 1951 anche nel circondario istriano, come già in tutta la Jugoslavia, venne introdotta l'autogestione dei lavoratori. Il 3 febbraio di quell’anno fu approvato il decreto che per il tramite dei consigli operai affidava la gestione delle imprese ai collettivi di lavoro. In marzo si svolsero le elezioni dei membri dei consigli, che avrebbero assunto la gestione delle aziende. In quelle private i lavoratori ebbero dapprima il diritto di gestire il processo decisionale di concerto con il proprietario, ma ben presto furono anch’esse parificate alle imprese in mano ai comitati distrettuali.