L'ATTIVITÀ CULTURALE
Oltre alle scuole, dopo la Seconda guerra mondiale rifiorirono anche le società culturali sciolte negli anni del fascismo. Ne nacquero anche di nuove, dato che le autorità ritenevano che la cultura dovesse fare il proprio ingresso in ogni casa. Il periodo di più intensa attività fu quello tra il 1947 e il 1955, quando con la costruzione delle Case del cooperatore e, più tardi, delle Case della cultura questi circoli guadagnarono anche delle sedi in cui operare. Le attività più popolari erano il canto, la recitazione e la musica strumentale, da cui la formazione di corali, compagnie di prosa e bande. La forza propulsiva di queste società derivava il più delle volte dagli insegnanti, che le fondavano, le dirigevano e si esibivano essi stessi.
A raggiungere alti livelli fu in particolare l'attività culturale nelle città: nel 1951 venne istituito a Capodistria addirittura un teatro sloveno semiprofessionistico, che tuttavia restò attivo per sole tre stagioni, durante le quali si curò anche dei gruppi amatoriali sparsi nei paesi del circondario.