Poco dopo l’arrivo a Trieste i tedeschi trasformarono la Risiera di San Sabba, costruita nel 1913, in un centro di raccolta per detenuti in attesa di essere inviati nei lager in Germania, oltre che in un deposito di beni razziati. Nell’aprile del 1944 vi entrò in funzione anche un forno crematorio, che svolse il suo orrendo compito per un anno. Non sarà mai possibile accertare il numero esatto di vittime, ma si calcola comunque che vi morirono circa 3.000 persone tra sloveni, croati, italiani ed ebrei che parteciparono alla Resistenza.
Il cortile, dove si trovava il forno crematorio.
Entrata nella cella.
Da sinistra: il capo della SS Odilo Globocnick, il reichsprotektor dell’Adriatische Kustenland F. Rainer e il generale della Wehrmacht L. Kübler.
I nomi dei prigionieri scritti sulle porta e sui muri delle celle.
I nomi dei prigionieri scritti sulle porta e sui muri delle celle.
Una mazza usata per tramortire o uccidere i prigionieri prima di trascinarli nella camera gas o nel forno crematorio.