1945–1947
LA QUESTIONE DEL CONFINE 1945-1947
La questione dell'appartenenza di questo territorio condizionò le vite della popolazione locale e, più in generale, l’intero sviluppo della società. La linea Morgan, tracciata nel giugno del 1945, separò la città di Trieste dal suo retroterra, spezzando una naturale continuità che andava molto indietro nel tempo e bloccando inoltre i flussi di merci e di forza lavoro. La linea Morgan divise infatti la Venezia Giulia in due zone: la zona A venne affidata all'Amministrazione militare alleata, la zona B invece a quella jugoslava. Oltre a occuparsi della ricostruzione postbellica in ogni ambito, gli organi amministrativi non militari della zona B svolsero anche un compito particolare: parteciparono alla battaglia diplomatica per il confine, che dall’estate del 1945 all’ottobre del 1946 fu molto intensa. Nell’ambito di ogni incontro dei ministri degli Esteri delle superpotenze coinvolte, o dei loro sostituti, venivano prese decisioni riguardo alle sorti del confine tra Italia e Jugoslavia che imponevano prese di posizione e reazioni di risposta alle decisioni via via adottate. Fu così che vennero organizzate numerose manifestazioni e spedite petizioni a tutta una serie di indirizzi. Simili attività raggiunsero il culmine innanzitutto nel marzo del 1946, quando una commissione internazionale di esperti visitò la Venezia Giulia per stabilire in loco il tracciato del nuovo confine, e successivamente quando furono messe sul tappeto le relative proposte. La commissione presentò infatti quattro diverse soluzioni, che vennero discusse al Consiglio dei ministri degli Esteri, il quale fece propria la via francese. Dalla fine di luglio al 26 ottobre ebbe luogo a Parigi la conferenza di pace. Il confine della Venezia Giulia fu discusso nella notte tra il 9 e il 10 ottobre e vide l’approvazione della succitata proposta francese: la Jugoslavia ottenne il territorio a est della linea francese, mentre il territorio a ovest della medesima venne diviso in due parti, laddove quella occidentale andò all’Italia e in quella meridionale, da Duino al fiume Quieto (Mirna), venne invece istituito il Territorio libero di Trieste (TLT). Il trattato di pace fu firmato il 10 febbraio 1947 ed entrò in vigore il 15 settembre dello stesso anno. Fu così che l’Istria slovena passò in parte alla Jugoslavia e in parte al TLT.
Il Territorio libero di Trieste (TLT), pensato come nuova entità statale con un proprio governatore, non trovò mai piena espressione come tale. Di nuovo si ritrovò scisso tra due amministrazioni militari che lo gestirono fino alla sua cessazione, in quanto non si pervenne mai alla nomina di un governatore. Fu così che le contese per questo territorio si protrassero nel tempo. Nel marzo del 1948 le tre grandi potenze formularono una dichiarazione tripartita volta a restituire il TLT all'Italia. Con lo scoppio della crisi tra Belgrado e il Cominform – e l’annessa interruzione di ogni rapporto tra l'Unione Sovietica e la Jugoslavia – venne tuttavia meno anche l’importanza strategica del TLT e fu probabilmente questo il motivo per cui la dichiarazione tripartita non venne mai adottata. Negli anni a seguire gli alleati occidentali caldeggiarono la risoluzione della cosiddetta “questione di Trieste” proponendo la spartizione del TLT tra i due Paesi che se lo contendevano e nel 1951 venne dato il via ai negoziati. Nel 1952 fu così sottoscritto il primo accordo di Londra, in base al quale l'Italia ottenne una maggiore influenza sulla zona A, mentre nella zona B venne abolita l'unità amministrativa “circondario dell'Istria”, con passaggio delle competenze di quest’ultimo ai distretti di Capodistria e Buie (Buje), che in tal senso si legarono ancora di più a Slovenia e Croazia. Il 1953 fu l'anno più critico: dapprima l'Italia cominciò ad ammassare truppe sul confine jugoslavo, pensando che la Jugoslavia volesse occupare la zona B, poi l'8 ottobre la Gran Bretagna e gli Stati Uniti dichiararono che avrebbero ceduto la zona A all'Italia. La risposta del governo jugoslavo fu dura: chiuse la linea di demarcazione tra le due zone, annunciò la mobilitazione e ordinò l'ingresso dell’esercito nella zona B. La tensione scemò infine in dicembre, quando le due parti richiamarono i rispettivi eserciti, mentre gli alleati occidentali diedero vita a un nuovo piano per risolvere la questione di Trieste. Il problema del confine venne risolto definitivamente il 5 ottobre del 1954 con la firma del Memorandum di Londra, in base al quale il TLT venne diviso tra Italia e Jugoslavia seguendo il confine tra le due zone, seppur con lievi ritocchi a favore della Jugoslavia.
Anche negli anni del TLT ci furono dimostrazioni di massa a causa del confine, ma soltanto nei frangenti più critici (1948, 1952, 1953).