1941-1943
Nel settembre del 1941 arrivò sui colli Brkini il primo gruppo di partigiani, la I Compagnia partigiana del Litorale comandata da Dolgan, che andava diffondendo l’idea del Fronte di liberazione reclutando nel frattempo nuovi combattenti. Il 28 ottobre 1941 ebbe luogo nei pressi di Kilovče la prima azione partigiana del Litorale. Nell’aprile dell’anno seguente fu fondata la Compagnia “Brkini”, che operò fino alla capitolazione dell’Italia. L’esercito italiano reagì duramente alle azioni della Resistenza e il 4 giugno 1942 fu proprio sui colli Brkini che furono incendiati i primi sette villaggi del Litorale, con un bilancio di 33 vittime e circa 400 internati.
L’insurrezione generale del popolo
Nel Litorale l’armistizio italiano dell’8 settembre 1943 diede vita a un’insurrezione popolare generale: manifestazioni di massa, disarmo dell’esercito italiano, liberazione dei detenuti, mobilitazione generale e, non da ultimo, potere al popolo (venne costituito l’organo di riferimento per il Litorale, il Consiglio di liberazione nazionale per il Litorale). Nacquero inoltre nuove unità partigiane: il Distaccamento sloveno-croato d’Istria, la brigata “Snežnik” ovvero “Brkini”, la I Brigata “Istria slovena” e la Brigata “Trieste”. Il 16 settembre il comitato esecutivo del Fronte di liberazione emise il proclama di annessione del Litorale alla Jugoslavia e i deputati partirono alla volta di Kočevje per partecipare alla prima assemblea slovena.
1943 – 1945
L’impeto dell’insurrezione subì una battuta d’arresto a causa dell’offensiva sferrata in ottobre dai tedeschi. La dirigenza del movimento di liberazione nazionale non tardò tuttavia a reimpostare e perfezionare il sistema organizzativo dell’intera struttura e alla volta di settembre del 1944 vennero a crearsi condizioni molto favorevoli per attività e sviluppo in tutti i settori – scuola partigiana, propaganda, assistenza medica, economia. Fu un periodo di intensa attività e in tal senso si distinsero in particolare l’organizzazione giovanile e quella femminile, rispettivamente la Lega della gioventù slovena (ZMS) e la Lega delle donne antifasciste (SPŽZ). Nell’estate e nell’autunno del 1944 si tennero le elezioni, precedute da una fase di riorganizzazione amministrativa, e nell’ottobre del 1944 venne eletto il primo direttivo del circondario del Litorale meridionale. Nel frattempo nacquero nuove unità partigiane. Nell’estate del 1944 e nell’inverno tra il 1944 e il 1945 l’attività del movimento di liberazione nazionale si fece più complessa, soprattutto nell’Istria slovena, dal momento che le forze nemiche fortificarono l’area in modo massiccio in attesa dello sbarco alleato in Istria. La primavera del 1945 portò invece un rinnovato slancio, che culminò con la liberazione del primo maggio e la presa in carico del potere nelle città.
Nel circondario del Litorale meridionale le elezioni per i comitati locali di liberazione nazionale si tennero dal luglio al novembre del 1944, in alcune zone invece non si svolsero affatto a causa della presenza delle forze nemiche: in base ai dati a disposizione, ancorché incompleti, le elezioni si svolsero infatti in circa 130 delle 287 unità elettorali. Contemporaneamente vennero eletti anche i rappresentanti alle assemblee distrettuali, che a loro volta si affrettarono a eleggere comitati esecutivi, tribunali distrettuali e rappresentanti all’assemblea circondariale. L’11 ottobre 1944 si tenne a Padež la prima riunione dell’assemblea circondariale, che vide l’elezione del comitato esecutivo presieduto da Jože Prosen – Radivoj e al cui interno trovarono posto anche esponenti del clero e delle organizzazioni antifasciste italiane.
Nell’estate e agli inizi dell’autunno 1944 venne messa in atto anche una campagna di promozione dell’intesa “Tito-Šubašić” e del discorso pronunciato da Tito a Lissa (odierna Vis) il 10 settembre 1944, nel cui ambito fu tra l’altro coniata la nota massima “L’altrui non chiediamo, il nostro non diamo”, foriera della ferma richiesta di annessione del Litorale e dell’Istria slovena alla Jugoslavia.
A partire dall’autunno del 1943, nelle città costiere il movimento antifascista italiano prese vigore e acquisì dimensioni sempre maggiori.
Sul piano organizzativo si riallacciava da un lato al Partito comunista italiano (PCI) e al Comitato di liberazione nazionale (CLN) di Trieste e, dall’altro, al movimento di liberazione nazionale sloveno e alle unità partigiane. I più attivi erano i giovani, membri della gioventù comunista che eseguivano azioni di sabotaggio e di altro tipo. Erano organizzati nei cosiddetti GAP, i gruppi di azione patriottica, e si occupavano di raccogliere informazioni, viveri, armi e sigarette per partigiani e attivisti, collaboravano al reclutamento di nuove leve ecc.
TIPOGRAFIA A CICLOSTILE DEL LITORALE MERIDIONALE – “NAŠ DOM” – “SNEŽNIK” – “F-35”
Iniziò a operare il 15 maggio 1943 su ordine del comitato distrettuale del partito comunista sloveno per il Litorale meridionale e inizialmente fu mandata avanti da Milan Guček di concerto con Vidko Hlaj, che la diressero fino al giugno del 1943.
In un primo momento disponeva di un bunker, un vecchio scantinato per la distillazione dell’acquavite nei pressi di Gabrovica, salvo trasferirsi poco dopo in un nuovo bunker ricavato tra gli scoscesi pendii del monte Tinjan (o colle di Antignano), nei pressi della località di Bertoši. A quel punto venne chiamata “Naš dom” (it. Casa nostra) e diretta da Lado Trobevšek – Jodi. Nel novembre del 1943 venne poi rinominata “Snežnik” (it. Monte Nevoso) e traslocò in un antro roccioso sopra Osp, dopodiché si spostò a Gabrovica, tornò a Osp nel marzo del 1944 e da lì si spostò nuovamente in una grotta sovrastante il paese di Osp, dove rimase attiva fino all’ottobre del 1944. Fu gestita prima dal succitato Trobevšek, poi da Just Miklavc – Očka e infine da Anica Cizej – Marjanca, anche responsabile della tipografia a ciclostile “Žena” (it. Donna), che alla fine di maggio del 1944 si fuse con la succitata “Snežnik”. Si trattava di tipografie che stampavano in gran numero pubblicazioni destinate al circondario dei Brkini e all’Istria slovena, mentre una parte veniva anche inviata a Pivka e a Trieste. I contatti con le tipografie venivano mantenuti dalla stazione di corrieri P-1.