Il risveglio della coscienza nazionale degli sloveni e la crescita del loro livello culturale al tempo della dominazione austriaca furono dovuti all’inestimabile ruolo svolto dai circoli educativo-culturali e da tante altre attività sociali. I vari circoli poterono prendere vita appena con le modifiche costituzionali introdotte nel 1860, che tra l’altro consentirono a tutti i popoli dell’impero di fondare dei circoli di cultura. A tal riguardo si iniziò con le sale di lettura. A partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento esse rappresentarono il fulcro della vita culturale e della lotta politica per la sopravvivenza: vi si organizzavano serate letterarie, le cosiddette “bèssede”, durante cui si tenevano discorsi, recite e canti corali che andavano ad esaltare l’identità culturale degli sloveni. La prima sala di lettura nacque nel 1861 a Trieste. Già dopo il 1870 queste realtà iniziarono però a perdere slancio e al loro posto subentrarono nuove forme di attività culturale e risveglio nazionale, ovvero i circoli autonomi canori, musicali, mandolinistici, letterari ecc. Tra l’ultima decade dell’Ottocento e la Grande guerra crebbero rapidamente in numero, salvo poi sospendere in gran parte le loro attività durante il primo conflitto mondiale e riprendere a guerra finita. Alla volta del 1927 tutti i circoli vennero tuttavia sciolti in via definitiva dall’Italia fascista, che oltretutto ne confiscò il patrimonio.
























